La dipendenza da Internet, nota anche come internet dipendenza (in inglese Internet addiction disorder, in acronimo IAD), è un disturbo da dipendenza legato ad utilizzo intensivo e ossessivo di internet in tutte le sue forme, dalla navigazione sui social, alla visualizzazione di filmati, al gioco online.
La dipendenza da Internet si fa sempre più forte.
Negli ultimi anni la fruizione di servizi online è diventata un vero e proprio trend di mercato, un Business da miliardi di euro, che si è radicato così profondamente nella vita di ognuno di noi quasi a diventare invisibile, una vera e propria estensione di noi stessi.
“Senza Internet l’amato iPhone non sarebbe altro che uno stilosissimo Nokia 3310 con cui chiamare e mandare antiquati SMS”
Basti pensare alla dimestichezza che i ragazzi nati in piena era digitale dimostrano già in giovanissima età rispetto alla media di coloro che invece la transizione al Digitale l’hanno vissuta.
Qual è la situazione nel panorama globale?
I dati raccolti ogni anno dimostrano quanto la nostra vita si trova ad intrecciarsi sempre più con l’avanzamento tecnologico, quasi inesorabile, che ci sta portando verso nuovi orizzonti.
Nel 2000 si contavano circa 500 Milioni di persone connesse ad Internet, meno del 10% della popolazione mondiale.
E ora, a distanza di 20 anni?
Al 2020 si contano circa 4.5 Miliardi di utenti connessi, più del 50% della popolazione mondiale. Una crescita esponenziale, che si attesta intorno al 2% annuo, nonostante la sua distribuzione già ormai estremamente capillare.
Servizi Internet: i dati della pandemia
Se parliamo della media, il valore di crescita annuo si stima sul 2%, ma se parliamo di un evento dirompente come la pandemia le cose e i numeri cambiano notevolmente.
In Italia circa 36 Milioni di persone si sono trovate a svolgere le proprie attività lavorative online. Tante altre invece hanno momentaneamente sostituito le proprie attività di svago analogiche con attività online.
In generale però, tantissimo persone si sono trovate faccia a faccia con la tecnologia per la prima volta o meglio, hanno dovuto interagire con la tecnologia ad un livello superiore.
Nel 2020 si è ovviamente registrato un notevole aumento del numero di persone connesse contemporaneamente, ma sono altri due i dati più significativi:
- La quantità di dati in rete a Marzo Aprile 2020 era aumentata dell’80-90% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per poi affievolirsi a Settembre con un’incremento del 30-40% (rispetto ai dati del 2019).
- La categoria che ha visto uno degli incrementi più repentini per quanto riguarda utilizzo singolo ed ore di utilizzo totali è quella degli Under 18. A seguito dell’introduzione della Didattica a distanza la platea è aumentata del 30% portando anche i giovanissimi ad approcciarsi anzitempo alle dinamiche del mondo digitale.
Tra le attività commerciali che hanno registrato una crescita maggiore con il generico aumento degli utente Internet, troviamo sicuramente il settore delle vendite online (eCommerce). Settore che in molti casi ha soppiantato numerose realtà, soprattutto locali, nella compravendita di beni.
Si evidenzia soprattutto un notevole aumento negli acquisti online di beni di prima necessità, che ancora rimanevano una prerogativa dei supermercati fisici.
La situazione Italiana
Anche in Italia i dati raccolti sono risultati fuori scala come per gli altri paesi europei e non.
In Italia però la distribuzione e l’adozione di politiche di lavoro a distanza (Smart Working) e della tecnologia che potesse permettere questo tipo di attività, è stata spesso e volentieri: lenta e confusionaria.
La concezione italiana di lavoro è tra le più conservative sul panorama Europeo, si parla per più del 70% di PMI (Piccole Medie Imprese) e di professionisti la cui propensione al rischio (in termini di evoluzione tecnologica) è piuttosto limitante.
E come si può ben immaginare, trovarsi in una situazione di estrema emergenza in cui l’alternativa alla Digitalizzazione era la chiusura, li ha fatti correre ai ripari.
A tal proposito le aziende di Consulenza ICT hanno consentito a molti di mettersi al riparo, almeno in parte, elaborando soluzioni in Cloud, ibride o modificando determinati processi aziendali. Con la difficoltà, però, di doversi interfacciare con utenti “disperati” più che realmente interessati a trovare soluzioni durature di cui avrebbero potuto beneficiare anche nel lungo termine.